Alessandro Bergonzoni

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Predisporsi al micidiale

2004
scritto e interpretato da Alessandro Bergonzoni
regia: Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
scenografia: Mauro Bellei
ufficio stampa: Licia Morandi
assistenza e impianti tecnici: Tema Service
produzione organizzazione distribuzione: Progetti Dadaumpa
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Autointervista

Cosa mi aspetto da chi vedrà per la prima volta "Predisporsi al micidiale"?

Che quando introdurrò temi come la reazione dei chiodi claustrofobici, i rapporti tra agonia e agonismo, compasso e compassione, o come la rapidità delle colle o anche la solitudine dei lobi negli spettatori esploda l’idea dell’altro e dell’oltre, dato che ho voluto scrivere di un argomento che è proprio l’inaudito immediato, attraverso il mai detto e il mai pensato estemporaneo esternato a ciò che, e scusami se dico a ciò che, nessuno si possa riconoscere in quello che c’è di rassicurante, vicino e affettuosamente condiviso da loro.

Quali sono le priorità che ho in "Predisporsi al micidiale"?

Nello spettacolo la mia mente è aperta davanti al pubblico: mi squarto e ne faccio un’autopsia comica e ho la necessità di essere creativo non giornalistico o parodistico, soprattutto in quest’epoca dove sembra che tutto debba essere denuncia o spiegazione ma nell’arte, al contrario, le parole devono servire all’impossibile, alla complicazione della mente, devono permettere solo di andare altrove, di avere il piacere della "sparitualità", per seguire tutte le cose che spariscono e che sono anche spirituali…

Ho un momento particolarmente amato nel nuovo lavoro che mi ha aperto nuovi spazi, nuovi orizzonti tra la amigdala e l’ippotalamo?

Bella domanda! Mi coglie un po’ alla sprovvista…. Un momento particolarmente amato è forse quando analizzo la nascita del concetto della manutenzione dell’odio, dell’oceano in pillole e della ghigliottina che vuol far di testa sua; il tutto nato dall’estremo possibilismo infinito delle combinazioni immaginifiche (e so di aver detto roba grossa).

Ho mai pensato di cantare un’opera o di raccontare un avventura lirica?

Fino allo spettacolo precedente no mai, in questo spettacolo invece sì e l’opera è: "Pioggia dorata su concerto all’aperto di Rackmaninhof una sera fresca fresca, a proposito passami lo scialle è in macchina allora vallo a prendere io non sono mica il tuo cameriere ah no? allora me ne vado, il conto per favore!" Sottotitolo: "Vuole la ricevuta?"

Alessadro Bergonzoni

 

Non è mai facile raccontare i perché e i percome un bel giorno si senta la necessità di allestire uno spettacolo: ancor più se questo continua poi a variare, moltiplicarsi, sfaccettarsi sera dopo sera. Perché proprio questa è, stavolta, la necessità: costruire uno spettacolo continuamente mutante ma non rispetto al rapporto palcoscenico-platea ma rispetto invece al legame chimico artistico cervello-elaborazione-accadimento drammaturgico.
E’ Bergonzoni, e con lui lo spettacolo, che tutte le repliche vuole essere diverso. Ma attenzione, senza usare però nessun modulo improvvisativo, tanto che ci è impossibile dire in che percentuale e a che punto comincerà a cambiare le sicurezze acquisite la sera prima. Un artista che oltre a non voler la rete cambia anche in continuazione i propri attrezzi e i numeri migliori per avvicinarsi a scenari da lui mai immaginati fino a quell’istante esatto;
concentrato ad ascoltare il rumore che si sprigiona dal suo cervello nel momento del pensiero stupendosi ogni sera, assieme al pubblico, dei suoni derivanti: click di sineddoche, romanze da melodramma, fragori di associazioni, ticchettii di silenzi.
Le uniche "certezze" assolute sono quindi la scena di Mauro Bellei, la regia di Bergonzoni-Rodolfi e l’orario di inizio, perché su quello della fine francamente non è dato sapere. E’ solo lasciando le certezze al di fuori della sala teatrale che "Predisporsi al micidiale" può essere letto anche come un consiglio comportamentale da seguire scrupolosamente per partecipare alla "trance" comica che parte in palcoscenico per dipanarsi poi in platea aggrovigliando pubblico ed artista in un gomitolo di lana metafisica.

Riccardo Rodolfi