Alessandro Bergonzoni

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Interventi
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Esistenza Macerata Il Fatto Quotidiano 13/02/2018
Toccabili e Intoccabili Il Fatto Quotidiano 18 Novembre 2017
Voglio Diventare l'Unità del 09, Ottobre 2013
150 Il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2011
Maledetti Il Fatto Quotidiano, 4 marzo 2011
Disobbedienti Il Fatto Quotidiano, 25 Febbraio 2011
Onore Il Fatto Quotidiano, 18 marzo 2011
Famiglia Il Fatto Quotidiano, 25 marzo 2011
Ottimismo Il Fatto Quotidiano, 1 aprile 2011
Esule Il Fatto Quotidiano, 8 aprile 2011
Combattenti Il Fatto Quotidiano, 15 aprile 2011
Articolo di Natale Sole 24 Ore Supplemento Cultura del Sole 24 Ore, 24 12 2011
Cari Fazio e Saviano Vita, 26 Novembre 2010
In che stato? Repubblica Bologna, 9 Febbraio 2011
Morti si nasce, vivi si diventa! Giudizio Universale, dicembre 2007 gennaio 2008  tratto dal testo immaginario di Alessandro Bergonzoni: “Part’oriente.”
Possiamo volere? La Repubblica Bologna, 15 aprile 2006
Abbasso l’ironia evviva la fantasia La Repubblica Bologna, 6 maggio 2006
Pantani Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione, 21 aprile 2004
Noi chi. (ovvero coloro che potrebbero dare
un calcio a certo sport)
Diario numero 42, 2003
In attesa di prossimi funerali immani
(elogio alla commemorazione da vivi)
Diario numero 10, 2003
Inedito

Noi chi. (ovvero coloro che potrebbero dare
un calcio a certo sport)

Diario numero 42, 2003

Patologia:supervalutazione dello sport.
Oggetto:rapporto tra agonia ed agonismo.
La cronaca: il calcio e i suoi periodici morti e o feriti
In nome dello sport si fa una palla dell’intelligenza e la si butta in fuori gioco (metafora noiosa)
Un parroco del sud ha detto che pregava per non far rimandare l’inizio di un campionato o la cancellazione di una squadra (di serie o fatta in serie), altrimenti delinquenza disagio sociale addirittura pedofilia e rabbia si sarebbero fatte largo tra la gente che non aveva più lo sfogo giusto tra una messa e l’altra tra una famiglia e l’altra tra tra una vita e l’altra.
È giunta l’ora che chi può scrivere o parlare adesso lo faccia.
Non mi sono mai interessato di calcio e pochissimo di sport. Ma ora non si tratta più ne dell’uno ne dell’altro:si tratta di sopravvivere a quell’invasione di campo che èl’invasione dell’invasato di sport nel mondo della cultura e piùin generale nel mondo a me sempre più caro, ben più dell’ermo colle.
Fede, rivincita, vittoria, sconfitta, eroi, sfida, valori, storia, leggenda…
Voglio fondare un "movimente", voglio scendere nelle piazze del cervello, voglio manifestare subliminalmente contro l’abuso dello sport e dei suoi travestiti valori, da tutti condivisi ma invisi.
Stanchi di sport di tutta italia uniamoci!Chi ha detto che non si può generalizzare, chi ha detto che non è giunta l’ora di vomitare un po di generalizzazione sulla testa di sportivi calciatori, ciclisti, tennisti, primatisti, almeno certi di questi isti, che raccontano da anni ovunque e comunque banalitàsulla loro vita sulla loro salute sulla loro storia che non c’èo bene che vada non ci sarà e non c’era. Perchè non posso denunciare chi amplifica tutto questo a fini psico-mediatico-uman-sociali? Che differenza fa un giornalista bravo da un giornalista no? Che differenza c’è tra i maradona, i mediani simbolici, le vite rinate, i rimorsi le colpe di chi poteva evitare tutte due, semplicemente non considerandosi Dio e non essendo considerato il filglio in croce? Issare la bandiera dell’idolatria del calcio’ e dello sport, come rivincita sulla povertà sulla solitudine, sui disagi, sta facendo si che per essere e diventare sportivi si possa fare e dire tutto, autorizzati e legalizzati a pensare e volere tutto, credere e chiedere tutto…
Il problema degli ultrà, delle loro teste rasate anche dentro, del come del perche, permettetemi dovrebbe per assurdo venire dopo:dopo aver capito e letto cosa succede da anni in nome del calcio e dello sport in genere; a prescindere, anche se non si potrebbe, dal disagio giovanile e da altri fatti socio politici.
Siamo capaci solo di chiedere che dentro al colosseo stadio i gladiatori emarginino e non si mischino con i leoni e viceversa… Beh questo ha del grottesco…Abbiamo accettato e potenziato un’Italia di attori cantanti studenti industriali avvocati geometri sempre con vicino "l’aggettivo calciatore", e ora di cosa possiamo lamentarci? Facciamo forse più fatica a raccogliere firme contro la guerra, la lapidazione, le ingiustizie più palesi e visibili al contatto, ma riusciamo a scendere negli stadi se c’è beneficenza magari contro il frutto di un handicap procurato addirittura dalla violenza di altri; o peggio ancora siamo per le strade a urlare giustizia e verità se ci castrano la squadra del cuore (?) Cosa vogliamo avere da un mondo, il calcio e certo sport, che non dice mai un gran chè ma che stiamo studiando nel dettaglio, un piatto fatto di pochi sapori che degustiamo e che decantiamo come forsennati, come se dentro ci fosse chissà quale cucina.
Stanchi di sport raccontato e giocato dagli altri, ribellatevi!
Non intervistiamoli più, per sapere cosa fanno dove vanno chi frequentano e cosa cantano. Non parliamo più con le loro ombre, fidanzate sfidanzate, ex sex, molto x, incognite corporeo cognitive, iper lavorative, missive, mensili, a scadenza, sub yogurt…
Concludiamo l’ascolto delle trasmissioni cosi’ dette "ironiche" e di intrattenimento con la scusa della sdrammatizzazione, dello sbeffeggiare il loro mondo (?) per sorriderci su, prenderli in giro: è stato cosi’ che hanno fatto il miracolo, i calciatori e il loro mondo non sanno più vivere e non riescono nemmeno a morire!Sono tra di noi, ci contagiano, ci varicellano, si moltiplicano in tutte quelle tv che soprattutto li vogliono ridimensionare o con cui ci vogliono terapeuticamente giocare… Ho detto non ascoltiamo più (e non ho detto solo "smettano di fare certe trasmissioni"), perchè ora il problema è di noi che subiamo, che accettiamo di subire, non piùsolo quello di chi fa tv radio e giornali creando noia e vuoti.
Basta accusare chi fa, prendiamoci la responsabilità che ci spetta:non ascoltiamoli più fare, e loro se proprio vogliono facciano pure (hanno sempre confuso libertà con povertà di idee, amputazioni della creatività, moncherini di originalità)
I libri, le analisi, le canzoni, la letteratura del bar, gli skech, le barzellette, le imitazioni, il virtuosismo:si può dire di no. Mi piacerebbe sentire qualcuno che mi dice si deve.
Difesa del consumatore che non si vuol più consumare.
Ce la menano con la patria, con gli inni, con la commozione, con la tradizione, con la nostalgia:vogliamo piangere veramente per qualcosa noi, vogliamo vincere altre partite, quelle per cui ogni tanto loro ci fanno nobile beneficenza, vogliamo altri eroi, non vogliamo piùfarci fare i sogni da loro, solo con la scusa di un buon derby o una emozionante finale; vogliamo altre emozioni, vogliamo altre energie pure e sacrosante, altre scritte sub maglie, altre dichiarazioni, altri coinvolgimenti, altri tipi di urla, non vogliamo più semplici sentimenti popolar-sereni, qualunquistico o finto fraterni…Vogliamo stupirci per cose stupende dette in modo superlativo, per altri corpi e altre menti vorremmo tifare, ci interessano altri numeri, altri stadi e altri stati, altri titoli, altri sacrifici altre abnegazioni, altre fedi, e altri capitani un po’ piùcoraggiosi, allenatori di altre parti del corpo e soprattutto della testa…
Abbattere la cultura del calcio o dibatterne ancora?
Riformare quel che non ha forma, o andarcene altrove, con fatica e con necessità?
Possibile che il senso della parola vincere nel calcio specialmente sia ancora sposata al concetto di "contro qualcuno", invece che vincere a prescindere dall’altro? Sconfiggere? Ma chi, ma per che cosa? Ma ancora per quanto? Un gioco? Non lo vedo non lo sento non lo capisco? Se non c’è la fantasia e l’ estrosità, la sorpresa e la volubilità, dove è il gioco?
Venivano dai cortili e dagli oratori? E allora? Venivano dalle borgate e da una vita piatta? E perchè invece di un pallone non gli hanno regalato un cane? ( non ho detto un libro). Forse che un cane che fa le feste non rotola? Forse che un cane non sa stare dentro una rete? Che noia quest’altra noia dozzinale (più le riserve e io ne ho tante). Si ma dice c’è tanto sacrificio, abnegazione, allenamento, sforzo, rinuncia… E dov’è che non c’è, se fai una cosa che ami e addirittura ti strapagano, che da visibilità, compagnia, e notorietà a peso d’oro, prima dopo e durante? Non c’è legge che detti un limite una soglia, speriamo che i numeri etici li dettino le persone che hanno voglia di svegliarsi cercando di addormentare questo pianeta di extraterrestri.
Quando gli arbitri smetteranno di fischiare e cominceranno a fischiarli? Dicono: "Eh ma il calcio non si tocca…"Se mi tocca e ci tocca, credo si debba toccare….
Quando, l’auspicata dolce famigliola, che deve essere libera di andare allo stadio, capirà che qualcuno li spinge ad andarci per far continuare a girare il circo dove ci sono uomini e idee in cattività? E poi non voglio e non credo sia la sede adatta per parlare di doping, salute, anabolizzanti, morbo di Gherinch, non ne parlo perche ‘il calciatore o il tifoso mi dicono che è tutta roba che c’è da sempre e non solo nel calcio. Bello, furbo; sarebbe un po come dire che scoprono che picchio mio figlio e io rispondo che lo picchio da quando è nato e lo picchia anche il mio vicino…Ma è possibile sentir parlare certi "sportivi o tifosi o capoccia del football in questi termini?
Il basket, il tennis, l’automobilismo….??? Si si si, tutto vero, tutto fa brodo…pero’ non ho ancora visto la lista dei morti o di quelli che hanno avuto la vita rovinata, per una cultura che è comunque nello sport, ma si potenzia e si snatura specialmente nel calcio
Abbiamo mai pensato perchèa un concerto degli U2, i "tifosi" di Springsteen non massacrano quelli di Bono e quelli di Bono non fanno neri quelli di Bruce? Per quale motivo i Vasco boy non aspettano le Ramazzotti girl e i Baglioniani per farli Rossi?
Come mai i fan di De niro non tirano razzi o motorini a quelli di Allen?
Perchè nei cinema e ai concerti non si arriva all’ultimo stadio, non ci si va per battere un altro, ma per la passione "verso"qualcuno. Ci sono le classifiche anche li, ma sono di vendita e di gradimento, non di reggimento o di sfacimento.
Eh ma dice:" lo sport serve per sfogare e sfogarsi. . "Lo facciano a porte chiuse, noi a occhi chiusi non facciamo più niente…. Hai passato una settimana lavorativa e familiare dura? Allora? Perchèdevi far passare una domenica o una sera uguale anche a me? Schiavi del "se non ci date quello che vogliamo dal calcio, distruggiamo pure quel poco che c’è…. "Succubi del "e se non esiste lo sport dove andiamo?
E domandarci invece dove siamo andati a suon di sport? Di allenatori e presidenti analfabeti nelle idee e nella mente, magari proprio per questo richiesti da palinsestisti e giornalisti superiori ( ma dipendenti dal brilluccichio del fenomeno da baraccone) ne vogliamo ancora nel 2003? Che palla!Azioni troppo prevedibili. Non abbeveriamoli almeno noi; noi chi? Esatto proprio noi chi, quei noi che fino ad ora gliele abbiamo date tutte vinte specialmente quelle perse da sempre.
Riazzeriamo, noi che li subiamo, se non son capaci di farlo loro che li trasmettono e/o li organizzano, li bramano, li usano, li stanano.
I soldi il business il mercato, tutto vero, ma non può reggere solo questo, dai, pensiamo un po’ più di traverso per poter capire la bulimia del niente…
E poi ci sarà un momento in cui il venditore di medicine scadute comincerà a pensare che possono capitare tra le mani anche di uno dei suoi; ci saràpure un momento in cui anche il mondo del lavoro capirà che se si smette di fare bombe ci saranno dei disoccupati, pero’ qualche loro simile potrà continuare ad avere le gambe per dare un calcio al passato (e non ho detto pallone).
Allora chi comincia? Da dove cominciamo a smettere? Quale morte può far capire che è ora di non morire più cosi? The show must go on? per me non!
Comincino quelli come noi (i noi chi), quelli che non centrano perchè manca poco che ci centrino, Dopo non diremo più ma io cosa centro?
Mi piacerebbe vedere che difendiamo le donne dalle violenze anche se nessuno ci potrà mai stuprare; mi piacerebbe sentir parlare di casco e sicurezza dei giovani anche da un ottantenne che non ha ne figli ne nipoti da preservare, mi piacerebbe sentir parlare chesso’ di oncologia anche da parte di chi non è stato mai colpito ne vicino ne lontano da un tumore, magari ragionare e manifestare contro la guerra anche se si vive in Svizzera…
Non è forse vero che mi interesso a Sharon Stone anche se sono fidanzato con un baffo con la gonna?
Ecco cosa mi son detto quando ho pensato:ma a te cosa te ne frega del calcio e dello sport, stanne fuori, non ti tocca fai più bella figura se non ti immischi… Mi son detto che poi non mi posso lamentare se tra 50 anni poi, mancano delle belle figure, delle teste reagenti, pensanti volenti, e piacenti, se tra 60 anni mancano persone e ci sono solo generazioni, mancano teste e ci sono solo tifosi, mancano ideatori e ci sono solo parodiatori, mancano argomenti e ci si argomenta soltanto, ci sono partite di solo andati, si gioca solo negli stadi e negli studi televisivi, si leggono solo i giornali e non si riscrivono…
Eh ma ci sono cose più importanti… Vero, ma non vorrei con questa scusa, dover chiedere scusa, per le meno importanti ad altri caduti per le più importanti.
Con certi segnali spero presto si dica non c’è più campo!

Esagerazione per esagerazione
Vostro
Alessandro Bergonzoni