Alessandro Bergonzoni

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Esistenza Macerata Il Fatto Quotidiano 13/02/2018
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Cari Fazio e Saviano Vita, 26 Novembre 2010
In che stato? Repubblica Bologna, 9 Febbraio 2011
Morti si nasce, vivi si diventa! Giudizio Universale, dicembre 2007 gennaio 2008  tratto dal testo immaginario di Alessandro Bergonzoni: “Part’oriente.”
Possiamo volere? La Repubblica Bologna, 15 aprile 2006
Abbasso l’ironia evviva la fantasia La Repubblica Bologna, 6 maggio 2006
Pantani Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione, 21 aprile 2004
Noi chi. (ovvero coloro che potrebbero dare
un calcio a certo sport)
Diario numero 42, 2003
In attesa di prossimi funerali immani
(elogio alla commemorazione da vivi)
Diario numero 10, 2003
Inedito

Morti si nasce, vivi si diventa!

Giudizio Universale, dicembre 2007 gennaio 2008
tratto dal testo immaginario di Alessandro Bergonzoni: “Part’oriente.”

Serinasco (un dubbio paese vicino a Buccinasco) Orinasco (un paese dove mi scappa il dubbio?).
Rinascere è da forsennati: quel forse dice che probabilmente non siam nemmeno nati? E allora cosa è tutto questo giro di certezze che abbiamo in vita? Sotto la vita che tipo di cintura portiamo, quella di "castità"? Perché amputiamo ciò che non conosciamo o ci fa paura scoprire? E mi chiedo: il segno che lascia in vita la mutanda, nell’aldilà scompare? Provare ad andare al di là di questo ristretto al di qua? Non concepisco perché si concepisca solo il concepibile (è inconcepibile!): non capisco perché chi crede solo nella reincarnazione delle unghie non possa pensare mai all’incredibile: che si rinasca. Non concepisco perché solo una religione o meglio-peggio le religioni credano di poter parlare al di là (e penso: parlare all’aldilà dell’aldilà o dall’aldilà). Come è possibile che si parli solo di reimpianti (qualcosa a che fare col piangere?), di preservativo (anche se giustissimo e lecitissimo) o di diritti del concepito; ripeto: e di quel che non si riesce a concepire? Quando cominciamo a parlarne? Prima che dei sacro-santi diritti dei neonati vogliamo iniziare a disquisire dei diritti dell’Anima? (Invece che di crescita zero cominciassimo a crescere di pensiero uno due tre quattro cinque eccetera eccetera… Quando cogitare anche di quell’eccetera eccetera?) Chi ha paura della spiritualità, dell’antroposofia, dell’Aura, delle presenze angeliche? Chi cerca di distrarci minacciarci con la scienza dell’obbligo, con la chimica del dovere, con la genetica a tutti costi sempre e solo? (A quando la genetica poetica, la fisica dell’arte, la staminalità della metafisica?) Quando il sapiente che si sente un Dio con la vita di qualcuno in laboratorio, comincerà a fare un laboratorio su cosa non si può sapere e sul perché non si deve? Forse che chi cerca l’oltre o altro, non lo puoi più controllare-indottrinare? Forse che chi non fa parte della "nazionale del pensiero unico" non è in partita? Ma di quale stramaledetto campionato stiamo parlando? Come si fa ancora ad interessarsi di città, regioni, nazioni, continenti e mondo se non si approfondiscono cosmi e universi? L’alibi della New Age non tiene più e forse non ha mai tenuto. L’alibi "dell’indimostrabile ergo inesistente" lasciamolo alle multinazionali delle certezze Curassiche, ai baroni del pregiudizio universale che forse qualche volta appunto barano (barare: approfittarsene della morte, cioè mettere nella bara ciò che si teme). Possibile che solo legali, medici, scienziati, ricercatori o chiesa abbiano la delega a parlare di ciò che invece deve fare trascendenza (e non tendenza!), deve prescindere dall’umano e cominciare a sconfinare nel sovrumano? Che sia giunta l’ora di abbandonare questa nave e cominciare a essere mare?

Alessandro Bergonzoni